Dopo lo stop di due anni, San Rocco torna in strada
Sono trascorsi due anni dall’ultima processione di San Rocco, il Santo festeggiato a Palmi, da secoli, il 16 di agosto. Due anni durante i quali la città è stata mutilata, privata di un culto Sacro non soltanto per le spiccate connotazioni religiose, ma anche per il folklore e la tradizione che caratterizzano i festeggiamenti.
Da quando ero bambino ho assistito, ogni anno, all’uscita del Santo, alle 18.00 in punto dalla chiesetta dell’Immacolata, che piano piano si popolava di fedeli, sino a gremirsi completamente. L’attesa era carica di emozione, che esplodeva insieme ai petardi che annunciavano l’arrivo del Santo sulla soglia. File di “Spinati” si disponevano davanti la Statua, ad aprire il corteo, che lentamente si muoveva per le vie della Città di Palmi, facendo visita praticamente a tutti i rioni. Per quattro lunghe ore la Processione di San Rocco occupava il paese, sino a sera inoltrata, quando alla luce del sole si sostituiva quella delle fiaccole votive, che tremolanti accompagnavano il Compatrono di Palmi sino al rientro in chiesa, che avveniva di corsa ed al grido possente di “VIVA SAN ROCCO!“.
La Festa di San Rocco è la più importante tradizione religiosa e culturale della città e per molti versi dell’intera regione. Migliaia di fotografi hanno posato i loro obiettivi sull’evento, regalando ai posteri pagine importantissime di storia locale (tra questi mi sento di citare Marialba Russo).
Per due anni, questo importantissimo evento storico-religioso è stato soppresso, spazzato via da un provvedimento del Vescovo della Diocesi Oppido-Palmi, Mons. Francesco Milito, che definire “discutibile” è un mero eufemismo. Un provvedimento che, con la scusa di punire i responsabili di un presunto inchino, che si sarebbe verificato in una frazione della cittadina di Oppido Mamertina nel 2014 in occasione della processione della Madonna delle Grazie, di fatto privava l’intera diocesi della possibilità di poter realizzare processioni di alcun tipo. Un provvedimento molto criticato, perchè di fatto puniva tutti per la presunta responsabilità di pochi, rinunciando a priori ad indagare. Ponzio Pilato fu più corretto, rimettendo al popolo la scelta.
Oggi, 16 agosto 2016, dopo due anni di riposo forzato, San Rocco torna a girare per la città di Palmi, mobilitando i fedeli e richiamandoli ai loro posti. Gli Spinati indossano di nuovo le loro vesti aguzze, che si conficcano tra le carni e, a piedi scalzi, seguono il Santo invocando preghiere di fede.
Quella di quest’anno, però, è stata una processione monca, mutilata. Quasi un contentino. Delle tradizionali quattro ore di cammino e preghiera, soltanto due sono state concesse, con inevitabile sacrificio per il tradizionale percorso. Poco più tardi delle otto il Santo era nuovamente in chiesa, quando ancora il cielo era chiaro. Le fiaccole hanno avuto appena il tempo di accendersi e riscaldarsi che già sono state spente. Del turbinio di candele accese, che illuminavano la via nella tradizionale, lunga pausa sotto la Villa Comunale, rimane soltanto il ricordo. Quella parte di percorso, la più bella, quella che ricordo con maggior vigore da sempre, è stata soppressa.
Non posso che provare amarezza per tutto questo. Sento che Palmi, negli ultimi tre anni, ha subito delle gravi ferite nel suo cuore più profondo. Tradizioni scarnificate, dilaniate da una serie di circostanze di difficile inquadramento, ma che hanno il comune denominatore dell’inarrestabile consunzione dei valori storici della città.
Lottare, strenuamente, per il loro recupero, è una necessità improcastinabile.
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